La crisi del coronavirus ci interroga pesantemente su cosa vuol dire vivere in città. La crisi nella quale siamo sarà molte cose, ma sarà soprattutto una crisi urbana caratterizzata da una riduzione dell’attrattività e della capacità di aggregazione dei grandi centri. Il “modo di vivere urbano”, tuttavia, è un insieme di
forme di relazioni tra persone e spazi che da quasi mille anni costituisce la base di forme di ricerca individuale e collettiva: ricerca di opportunità di trasformazione, ricerca della diversità, ricerca di nuove forme di esperienza.
L’arte e la cultura giocano ruoli fondamentali in queste ricerche, perché è attraverso i sistemi di simboli – i loro consolidamenti, ribaltamenti, conflitti – che le relazioni tra spazi e persone costruiscono significati. Oggi più che mai ha senso interrogarsi sui modi, le forme, le disuguaglianze e le possibili linee di fuga di queste costruzioni.
Bertram Niessen segue lo sviluppo di cheFare dal 2012 e ne è Direttore Scientifico. Dal 2003 insegna in corsi, master e dottorati in università in tutta Italia. Come docente, autore e progettista si occupa di spazi urbani, economia della cultura, DIY 2.0, culture collaborative, innovazione sociale, arte elettronica. È stato ricercatore post-doc all’Università di Milano nel progetto EU Openwear. È PhD in Urban European Studies all’Università di Miano-Bicocca. Nel 2001 è stato membro fondatore del collettivo sperimentale di arte elettronica otolab. È membro di giurie e comitati scientifici. Collabora con riviste, quotidiani e radio.
Incontro a cura di Giorgio de Finis