Con stili molto diversi, due registi campani raccontano storie profondamente umane, in cui l’amore nelle sue differenti declinazioni sembra essere la sola via di salvezza in quartieri strozzati, dove la malavita si impone come unica opzione di futuro.
Leonardo Di Costanzo, regista pluripremiato, continua ad esercitare il suo sguardo asciutto da documentarista attento alle periferie umane e geografiche, anche nel suo approdo al film di finzione, da “L’Intervallo” (2012) fino a “L’Intrusa” (2017). Agostino Ferrente conquista il pubblico con “Selfie” nel 2019, David di Donatello come Miglior Documentario, pellicola che rovescia la narrazione tradizionale delle vite degli “scugnizzi” tra degrado e criminalità attraverso il racconto in prima persona dei protagonisti.